Non tanto per la pigrizia (che comunque non mancava!), quanto perché ero solita chiedermi quanto lo sforzo profuso per lo studio portasse a dei risultati a lungo termine. Insomma, voi ve le ricordate le date delle guerre puniche?

Perché, fra i banchi di scuola come nella formazione professionale, resta questo il punto: quanto di quello che impariamo rimane nella nostra testa? E cosa possiamo fare per ridurre questo divario? Io, a 16 anni, vi avrei risposto così:

  1. POCHI CONCETTI Quelli importanti, quelli fondamentali, quelli basilari: insistete sui passaggi chiave dell’argomento che state trattando, e lasciate perdere tutto il resto. Se mancano le basi, anche i dettagli andranno persi! Per esempio, se dovete diffondere una nuova procedura, non dilungatevi troppo a raccontare casi particolari che si verificheranno sì e no una volta in un anno di lavoro: piuttosto, verificate che sia chiaro a tutti quello che c’è da fare tutti i giorni. Per le eccezioni si potrebbe, poi, pensare a un mini-manuale da tenere sempre a portata e consultare all’occorrenza.
  1. NIENTE VERIFICHE DIFFICILI Perché se la verifica è difficile, vuol dire che non è stato fatto un buon lavoro di preparazione. Se sapete che il livello da raggiungere è alto, allora anche i contenuti dovranno essere consistenti e di qualità. Se questo non basta, si potranno inserire dei passaggi intermedi, una sorta di esercitazione in cui si potranno testare le capacità del collaboratore, supportandolo.
  1. PIÙ RICREAZIONI, PIÙ LUNGHE! 5 ore di scuola e 10 minuti di ricreazioni era un (dis-) equilibrio inaccettabile! E lo è tuttora, se l’obiettivo è INFONDERE il sapere e non FONDERE anche quello che già si sa 🙂 E-learning e microlearning hanno fatto passi da gigante in questo senso, ma non dimentichiamoci di strutturare un percorso con frequenza calibrata. Anche se una pillola dura pochi minuti, si potrebbe rischiare l’overdose con una frequenza troppo assidua!
  1. MENS SANA IN CORPORE SANO Ammettetelo: anche voi rispondevate “educazione fisica!” senza esitare, alla domanda “qual è la tua materia preferita?”. Forse dovremo accantonare gli esercizi alla spalliera e le partite a pallavolo, ma suggerire ai propri collaboratori alcuni movimenti per un semplice “fitness da ufficio” può essere più proficuo di quanto crediate: meno “acciacchi” (bruciore agli occhi, mal di schiena, gambe gonfie…) e più buonumore, più buonumore, più produttività! Un brevissimo video illustrativo “home made” potrebbe essere il punto di partenza per questa iniziativa!
  1. FOCUS SULL’OBIETTIVO La scuola si sceglie in base agli obiettivi professionali: vuoi fare il cuoco? Fai l’alberghiero! Vuoi fare il medico? Fai lo scientifico! Vuoi fare il commercialista? Fai ragioneria! Così, il cuoco saprà meno lingue dell’hostess, che conoscerà la biologia meno approfonditamente del medico, ma tutti sapranno svolgere il loro lavoro in maniera eccellente… E saranno più motivati nello studio. Traduco: siate certi che gli obiettivi lavorativi dei vostri collaboratori siano in linea con il percorso formativo che avete pensato per loro. Se quella nuova venditrice tanto in gamba vorrebbe diventare visual merchandiser, non stupitevi se non dimostra l’entusiasmo che vi aspettavate durante il corso per diventare store manager!

E voi, a cosa ripensate con nostalgia e cosa risveglia la vostra adrenalina tornando con la mente fra i banchi di scuola?

Buon rientro a tutti gli studenti!

 

 

Foto di Kevin Dooley