Diverse per valori, obiettivi, linguaggi, sensibilità, tanto da essere potenzialmente un ostacolo alla produttività, all’efficienza, in una parola, al successo. I millennial si fanno largo e ben presto faranno il loro ingresso nel mondo del lavoro i Nativi Digitali, ampliando ulteriormente il gap generazionale. Insomma, gli over 50 rischiano di sentirsi, dopo decenni di onorata carriera, messi in un angolo e le organizzazioni si sentono spesso impotenti di fronte a collaboratori demotivati, frustrati o rancorosi.

La soluzione, naturalmente, c’è e si chiama “active aging“: in parole semplici, l’obiettivo di una politica d’invecchiamento attivo è quella di incentivare la vita attiva anche in età avanzata, attraverso il contributo sociale, economico, fisico e culturale alla società. Per quanto riguarda la carriera, questa filosofia si traduce col motivare le risorse a rimanere nel circuito lavorativo in modo produttivo.

Perché farlo?

Ora che vi abbiamo convinti… Ecco 5 suggerimenti per sfruttare al massimo tutti i vantaggi che ci offrono i nostri collaboratori più affezionati:

E non è finita qui: l’active aging aiuta a potenziare la salute dei collaboratori che, attraverso lo stimolo offerto dalla percezione di poter ancora essere utili, migliorano il benessere fisico, mentale e sociale, scongiurando isolamento, inattività, apatia e tutte le condizioni patologiche legate a queste condizioni.

Insomma, un collaboratore motivato sarà un pensionato in forma e felice 🙂

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