Di certo, nel 2016, il blended learning non è una novità e, anzi, è la prassi in molte aziende perché ottimizza la learning retention (e minimizza i costi della formazione) creando un sistema formativo ideale dove diversi canali, modalità, tecnologie si integrano impattando visibilmente e positivamente sui risultati.
E se state pensando di muovervi in questa direzione, ad esempio rafforzando l’efficacia delle sessioni d’aula con l’e-learning o con il mobile learning, alcune considerazioni saranno fondamentali:

  1. Il giusto canale per ogni contenuto: se è vero che la tecnologia ci aiuta ad abbattere i costi, è vero anche che uno smartphone non si può sostituire in tutto e per tutto all’efficacia del contatto umano. Argomenti più pratici o più delicati potrebbero ancora aver bisogno di una sessione in aula per approfondire, dare supporto e motivazione ai partecipanti
  2. Il giusto metodo per ogni contenuto: all’interno di ogni canale esistono infinite possibilità. Per quanto riguarda l’e-learning, ad esempio, si può scegliere fra tutorial, quiz, glossario, gioco e così via. Conoscere e soppesare i vantaggi di ciascuna modalità rispetto a obiettivi e target ci permette di scegliere quella più adatta (per quanto riguarda le modalità più indicate per i manager, per esempio, ne abbiamo parlato qui: “4 metodi per coinvolgere i manager nell’e-learning”)
  3. Occhio alle uscite: la riduzione dei costi della formazione è uno dei vantaggi del blended learning. Proviamo a pensare a quanto ci costerebbe ad esempio formare continuativamente in aula 100 dipendenti sparsi su tutto il territorio nazionale (giornate del trainer, trasferte, uffici/punti vendita spresidiati…) e a quanto invece questa spesa di potrebbe ridurre alternando la modalità face to face ad altre che non richiedono la presenza fisica e contemporanea delle persone
  4. La pratica sui bisogni reali: per ottimizzare lo sforzo, è necessario scegliere contenuti che possano davvero fare la differenza per l’azienda e per le persone. Partire ad esempio dalle situazioni problematiche (es. gestione di una tipologia di cliente “difficile”) o attuali (es. saldi, nuova procedura, …) può essere un buon modo per rendere la formazione davvero impattante, avendo modo di esemplificare la teoria con la pratica effettivamente utile ai partecipanti
  5. Elasticità: monitoriamo costantemente il feedback degli utenti rispetto a contenuti e modalità formative. Ad esempio, se ci eravamo prefissati di mantenere un 30% della formazione in aula ma riscontriamo entusiasmo (ed efficacia), verso il mobile learning, ricalibriamo le percentuali in base ai dati raccolti. Non dimentichiamo di sottoporre all’utente semplici questionari per verificare l’effettivo livello di gradimento e di efficacia di ciascuna modalità.

Trovare l’equilibrio perfetto tra le diverse opzioni non è certo facile, ma combinando sapientemente contenuti di qualità e modalità efficaci, si possono ottenere risultati sorprendenti!