Il mondo dello sport è sicuramente il più adatto a trasmettere il concetto di squadra. Sin da piccolo giocando a calcio ho appreso che cosa volesse dire fare parte di un team sia dentro che fuori dal campo e questo mi ha aiutato in tutti gli aspetti della vita che richiedessero la capacità di lavorare in gruppo. Le lezioni più importanti si imparano solo con l’esperienza: l’unico modo per immagazzinare i valori fondamentali di un team è verificarli insieme ai propri compagni.
Ecco allora alcuni importanti insegnamenti (quelli che personalmente ritengo i più significativi) che si possono trarre sui campi di calcio:
Se tutti giocano bene tu rendi di più
Si tratta di uno degli aspetti più affascinanti del mondo dello sport, non solo del calcio. Ho notato che quando la squadra gira, le qualità tecniche sono elevate e le energie vengono usate nel modo giusto, la prestazione del singolo viene esaltata. Al contrario, invece, quando la squadra è in affanno e non c’è intesa tra i compagni, anche le cose più semplici sembrano non riuscire. Il segreto quindi appare chiaro: quando il team è un meccanismo ben oliato e la squadra sta dando il massimo, il singolo membro può offrire il meglio di sé in un ambiente che lo incita piuttosto che demoralizzarlo.
Il singolo può influenzare il gruppo
Purtroppo non dovrebbe essere così ma l’umore o la svogliatezza del singolo potrebbero influenzare negativamente tutto il gruppo. Certo, è vero anche il contrario ma è più comune notare cali di prestazione generali quando qualcuno non è “in giornata”. Risulta indispensabile in questi frangenti capire le motivazioni che sottendono una cattiva performance e aiutare il compagno in difficoltà spronandolo e cercando di metterlo a suo agio.
Si vince insieme e si perde insieme
Sembra un concetto così banale all’apparenza ma vi sfido a perdere una partita particolarmente sentita per capire che è più facile a dirsi che a farsi. Vincere è bello e soddisfacente, gli errori vengono spesso messi in secondo piano perché l’importante è il risultato. Perdere, invece, è difficile e suscita spesso attriti e ire individuali che si riversano sui compagni. Certo, c’è modo e modo di perdere ma sicuramente l’emotività gioca una componente fondamentale dopo una sconfitta: ci sentiamo in diritto di criticare gli altri ignorando la nostra prestazione e ci chiudiamo piuttosto che confrontarci con i compagni per capire che cosa è andato storto e soprattutto quali loro ritengano siano state le nostre mancanze personali. Impariamo, quindi, a perdere con lo stesso affiatamento con cui godiamo di una vittoria: riusciremo così a comprendere il valore della sconfitta e a trovare nel legame con il gruppo la chiave per raggiungere il prossimo successo.
Il talento individuale è inutile senza gioco di squadra
Non è raro trovare sui campi di calcio elementi che spiccano per qualità tecniche, intuizione ed estro creativo. In molti casi, però, questo tipo di qualità si abbinano purtroppo a un dannoso individualismo che rende sterile il talento: spesso sono giocatori ostinati che cercano la soluzione personale a tutti i costi mettendo in difficoltà i compagni. In un team, il talento deve essere sempre asservito all’obiettivo condiviso: le qualità sono indispensabili ma solo se messe al servizio della squadra.
La comunicazione è fondamentale
A volte diamo per scontato che i nostri compagni sappiano come stare in campo e quale deve essere il loro apporto individuale per permettere anche agli altri di giocare al meglio. Saper stare in campo significa anche capire le necessità dei compagni e chiedere loro costantemente cosa stia andando bene e cosa invece va corretto.
Non esistono elementi insostituibili
Il miglior allenatore che io abbia conosciuto nella mia carriera sportiva sosteneva che gli 11 giocatori che sarebbero scesi in campo dal primo minuto per la partita settimanale erano quelli che più si sarebbero dimostrati meritevoli nella settimana di allenamenti precedente la partita stessa. Questo metteva sempre tutti nella condizione di dare il massimo durante quella settimana per giocarsi una chance di essere titolare e nello stesso tempo dimostrava che in un team non esistono individui imprescindibili: tutti possono dare il proprio contributo con determinazione e volontà e sentendosi parte di un progetto dove tutti i componenti hanno la stessa considerazione. Cerchiamo di concepire il nostro apporto sempre come fondamentale e non come accessorio o, al contrario, insostituibile.
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