Le Risorse Umane lo sanno da sempre: raccogliere i frutti della formazione non è questione di settimane. Ma come convincere la nostra Azienda che stiamo andando nella giusta direzione? Estraete i dati e abbandonate il vecchio Excel: il data storytelling è la soluzione!
Siamo travolti. Travolti da un volume di contenuti che mai avevamo visto prima. Siamo travolti da testi, immagini, video, dati. Da meeting, da email, da notifiche.
Secondo il Corporate Executive Board (CEB), tale volume continua a crescere del 60% per anno. Allo stesso tempo, meno della metà dei lavoratori ha l’abilità di interpretare questi dati per prendere decisioni.
Ma nonostante la bufera comunicativa non accenni a placarsi, esistono contenuti, concetti, informazioni che, come un raggio di sole, si fanno spazio fra le dense nubi dell’overload e, con estrema chiarezza, ci indicano la via.
Perché? Cosa rende questi contenuti così fruibili, così incisivi e soprattutto accessibili a tutti? Se parliamo nello specifico di dati, la risposta è una sola: lo storytelling!
Il data storytelling è un’arte: è l’arte che ci permette di trasformare i dati in una storia, la storia in emozioni e le emozioni in risultati. Cosa significa? Significa che attraverso il data storytelling possiamo non solo esporre i nostri report in maniera chiara, semplice e affascinante, ma possiamo addirittura suggerire alla nostra audience un’interpretazione di questi dati. Possiamo cioè guidare il nostro interlocutore nel suo viaggio decisionale.
Ma allora, torniamo alla formazione. I dati dell’anno che sta per concludersi parlano chiaro (a noi, almeno!): la piattaforma è frequentatissima, i KPI cominciano a migliorare, i collaboratori sono entusiasti. Come questo magico strumento può aiutarci a convincere chi di dovere a finanziare i nostri promettenti progetti formativi per l’anno prossimo? Pochi, semplici suggerimenti per rendere i vostri report irresistibili!
1 – Ingaggia il tuo pubblico
Per guidare l’audience verso il nostro obiettivo, dobbiamo essere certi di essere seguiti. Se tutti si aspettano il più noioso del Power Point, allora deludiamoli! ???? Stupiamoli e conquistiamoli con una storia avvincente, un visual affascinante e dati graffianti.
Saper calibrare e combinare questi 3 elementi permette di ottenere risultati straordinari, come cambiare l’idea che il nostro interlocutore ha di un dato (seppur oggettivo!).
2 – Less is more, sempre!
Scoppiettanti sì, ma con sobrietà: il rischio è che il nostro interlocutore si soffermi su elementi secondari lasciandosi così sfuggire il punto, quindi:
- Contenuti: eliminiamo il caos informativo e concentriamoci sui dati funzionali al nostro obiettivo. Assicuriamoci che a tutti sia chiaro il contesto: condividere la presentazione in anticipo con ogni partecipante può essere un’idea efficace perché tutti siano sul pezzo.
- Grafica: scegliamo un template accattivante ma semplice nel contempo. Facciamo in modo che l’uso del colore e l’inserimento di immagini/icone non siano solo vezzi artistici, ma facilitino la leggibilità del documento.
3 – Pensa all’obiettivo
Non tutti i grafici sono uguali. E fin qui, chiaro. Ciò a cui forse non hai mai pensato è che, a parità di dati, non tutti i grafici comunicano le stesse informazioni. Quali dati vuoi mettere in relazione? Quali a confronto? Quali sono i parametri che davvero contano?
In poche parole? Chiediti cosa vuoi comunicare e scegli il grafico giusto per farlo!
Per esempio, se voglio convincere il mio interlocutore di quanto il nuovo percorso e-learning sia stato apprezzato dalla stragrande maggioranza degli utenti,

questo sarà decisamente più intuitivo ed efficace…

…di questo!
Puoi trovare una semplice guida alla scelta del grafico qui.
Insomma, uno strumento tanto semplice quanto potente di cui sono sicuro vi innamorerete tanto in fretta quanto è stato per noi.Vi lasciamo con una best practice che per noi è stata illuminante: non siete appassionati di storia né tantomeno di statistiche? Nemmeno noi, eppure vi sfidiamo a staccare gli occhi dallo schermo! ???? Buona visione!
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