Una recente ricerca condotta negli Stati Uniti, stabilisce che il 22% dei neo assunti lascia una posizione nel primo anno dall’ingresso a causa di problemi di inserimento. Sono questi i dati che emergono da uno studio condotto da Keith Ferrazzi pubblicato su Harvard Business Review, che evidenzia la difficoltà di integrare positivamente le persone nell’organizzazione aziendale. Che non sia una novità, è pacifico.
Sarà capitato un po’ a tutti di vivere una situazione lavorativa in cui l’aspetto motivazionale appare inesistente e l’accoglienza morbida si materializza solo come una formalità dei primi giorni.
Non sempre le Aziende mettono il neo assunto al centro della propria giornata cercando di capire i suoi bisogni, dando informazioni esaurienti sul lavoro da svolgere e sulla struttura aziendale, facendolo sentire a proprio agio, favorendo l’inserimento e la relazione con gli altri colleghi.
Una celebre citazione del regista Nanni Moretti – “Le parole sono importanti” – si rivela alquanto veritiera quando in Azienda si affronta l’inserimento di nuovo personale. In questo contesto, contano molto le parole dette dai Manager perché a volte trafiggono e colpiscono al cuore: anche quelle positive, soprattutto se sono inaspettate. Iniziare le conversazioni con un “Come stai?” e terminarle con un “Grazie per quello che fai” può fare la differenza e incidere sulla buona integrazione e sull’autostima del neo assunto. L’atteggiamento pacato, il tono della voce cordiale, lo sguardo sincero fanno registrare il messaggio “Mi trovo nel posto giusto, va tutto bene, mi sento a mio agio!” che si trasforma nella consapevolezza del “Sono ok, io valgo, svolgerò al meglio il mio compito”.
Ecco allora alcuni consigli da ricordare per motivare il personale nel breve e nel lungo periodo:
- Ricordarsi di ringraziare il collaboratore per quello che fa
- Lodarlo per un lavoro ben eseguito
- Valorizzarne i talenti cercando di organizzare le attività lavorative il più possibile in base alle attitudini e agli interessi personali
- Investire sulla formazione al fine di migliorare le abilità proprie e assimilarne di nuove
- Instaurare un dialogo costante tra Manager e nuova risorsa facendola sentire parte integrante del team di lavoro
- Accostarsi il più possibile ai bisogni del collaboratore e ad eventuali esigenze personali
- Usare dei modi soft per dare indicazioni su eventuali attività o aree da migliorare
Sicuramente questi suggerimenti andranno calibrati sulla personalità della nuova risorsa e su quella del Manager; in ogni caso vanno considerati come un punto di partenza per instaurare un rapporto di fiducia reciproco e duraturo tra le parti. Perché – il Manager lo sa – i costi per sostituire un collaboratore che abbandona la propria posizione e per portare a bordo un nuovo elemento, sono alti e i tempi molto lunghi. Mentre usare le parole giuste ha costi pari a Zero. E se non disponiamo di una naturale propensione in comunicazione empatica possiamo sempre contare su una adeguata formazione ad hoc!
Fonti:
- Business Insider Italia, “Se il primo giorno di lavoro dura un anno intero è meno stressante”
- Il Sole 24ore, “Onboarding, l’arte di inserire in impresa i nuovi arrivati”
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