Dopo aver visto come strutturare un corretto induction training nei precedenti articoli, analizzeremo ora nel dettaglio i benefici di questo percorso.
Si resta realmente sbalorditi quando si apprende quali e quanti possono essere i vantaggi di un corretto processo di onboarding e di uno strutturato percorso di induction training. Ma la verità è che le energie che abbiamo impiegato per svilupparli verranno ampiamente ripagate.
- Innanzitutto migliora la talent retention: la nostra nuova risorsa apprezzerà da subito l’efficiente organizzazione dell’azienda ed essere immediatamente coinvolta nei processi non 09farà che confermare la sua scelta; perché ricordiamoci che non siamo solo noi ad aver dato fiducia al collaboratore selezionato, lui a sua volta ha scelto di intraprendere un percorso con noi ed entrambi dobbiamo esserne soddisfatti e convinti.
- Aumenta la produttività in brevissimo tempo: il ROI dei nuovi assunti sarà molto più rapido e potremo contare in fretta su un elemento che ha ben chiaro il focus dei nostri obiettivi.
- Riduce il tempo e le energie da dedicare al nuovo assunto, non perché quest’ultimo non meriti il nostro tempo, per quanto sia utile automatizzare certe pratiche, il contatto umano risulterà fondamentale per l’integrazione. Diventa però indispensabile ottimizzare le energie: più il neoassunto è confuso riguardo gli aspetti che riguardano il suo inserimento, più chiederà il supporto di manager e colleghi e questo potrebbe rivelarsi dannoso per entrambi. Se, invece, il nostro percorso di induction onnicomprensivo non avrà tralasciato nulla, potremo concentrarci solo sugli aspetti pratici delle sue funzioni operative.
- Riduce i costi di formazione: fornendo al neoassunto del materiale educativo e informativo adeguato, magari integrando la forma cartacea (manualistica) a quella multimediale (video e percorsi e-learning), questo sarà in grado di reperire tutte le informazioni necessarie in autonomia senza aver bisogno di ulteriori sessioni formative in orario lavorativo. Ricordiamo sempre che fare induction è già formazione! Un dato significativo in termini di costi l’ha offerto IDC (International Data Corporation) stimando a 37 miliardi di dollari le perdite che ogni anno affrontano Stati Uniti e Gran Bretagna a causa di risorse mal inserite che non comprendono pienamente la loro funzione da subito.
- Non viene dato abbastanza rilievo in fase di “imprinting” a ciò che la cultura e la filosofia aziendali rappresentano per la corretta interpretazione del proprio ruolo: se sapremo veicolarli da subito nel modo giusto, il neoassunto potrà aderire ai nostri valori con convinzione e dare un senso al proprio lavoro anche in loro funzione.
- Riduce notevolmente il rischio di errori su un duplice piano: sia in fase operativa, sia nell’ambito della sicurezza aziendale.
- Non sottovalutiamo l’aspetto emotivo della nostra nuova risorsa: prima di essere un collaboratore, ovviamente, è anche una persona con esigenze, reazioni e sensazioni: anche in ambito di talent retention è nostro dovere far agire il nuovo arrivato in un clima disteso e consono riducendo quanto più possibile ansia e stress che il nuovo lavoro comporta. Questo avrà come effetto diretto un sensibile miglioramento dell’umore dei nuovi assunti così come un miglioramento della qualità del tempo da loro speso sul posto di lavoro.
Troppo spesso una buona selezione viene vanificata da un induction training non adeguato, tralasciando il fatto che questo processo getta veramente le basi per il futuro del collaboratore in azienda. Se fin da subito metteremo in campo gli strumenti giusti, a lui daremo l’opportunità di esprimere al meglio il proprio potenziale e a noi la possibilità di prendere decisioni su di lui basate su elementi oggettivi.
[Pubblicato su Persone & Conoscenze – dicembre 2016]