In quest’ultimo anno vi sarà sicuramente capitato di sentir parlare dell’adozione di dispositivi informatici anche nelle scuole, in sostituzione ai libri. Stiamo parlando di tablet, più precisamente di iPad.
Per quanto mi riguarda, la reazione di quasi tutte le persone con cui ne ho parlato è stata:
“iPad in classe? Ma dove siamo finiti? I ragazzi non impareranno più nulla e saranno invece sempre concentrati a giocare!” E devo dirvi la verità, all’inizio l’ho pensato un po’ anch’io.

 

Ma basta informarsi di più per ricredersi
La scuola 2.0 è ormai realtà (e funziona anche bene!) con risultati e soddisfazioni da parte degli studenti, e degli insegnanti. I vecchi metodi di insegnamento perdono appeal in favore di games e video-lezioni fruibili appunto anche da questi dispositivi.
Da un’inchiesta compiuta dal sito Skuola.net, intitolata “Scuola del futuro: sarà la buona scuola?”, si può notare come ci sia una buona parte di studenti che considerano la digitalizzazione scolastica come una priorità, chiedendo quindi aule attrezzate e docenti e istituzioni a passo con l’era informatica.

 

E cosa ne pensano gli insegnanti?
“Insegnare in una scuola tecnologicamente attrezzata non implica necessariamente un rinnovamento della didattica perché, ancora, non tutti i docenti sono disponibili al cambiamento o hanno le competenze richieste […] Detto questo sono convinta che l’introduzione dei tablet o di applicazioni mobili in classe, se supportata da competenza e consapevolezza, possa essere considerata un valore aggiunto nella didattica. Queste le parole dell’insegnante e amministratrice del gruppo Facebook “Docenti Virtuali” Jole Caponata, da un intervista del sito www.solotablet.it Continua poi raccontando la sua esperienza, fino ad arrivare al punto che tutti aspettiamo: un risultato positivo.
Infatti la ricaduta sui ragazzi è stata ed è positiva: lavorano di più sia a casa che a scuola, imparano a condividere e a collaborare, percepiscono una nuova dimensione dell’aula.
Vivono meglio l’ambiente scolastico, non aspettano più con ansia la fine della lezione, e si divertono imparando. L’unico ostacolo è il non riuscire a offrire una continuità metodologica: non sono abbastanza infatti i professori 2.0, alternando quindi queste lezioni innovative con lezioni classiche, facendo finire la “magia” tecnologica. Serve quindi che questa trasformazione dei sistemi educativi si completi in fretta, facilitando l’uso di questi strumenti tecnologici, che possono rilevarsi veri e propri aiuti concreti all’apprendimento.

 

Siamo nel 2015, la tecnologia avanza ogni secondo, e serve che tutto il mondo avanzi con lei, a partire dalla formazione. Magari proprio quella dei docenti.