Se ne parla dappertutto, è vero, ma proprio per questo motivo è fondamentale saper discernere i contenuti affidabili da quelli che non lo sono. Noi, prendendo spunto dall’articolo di John Eades e Christina Wilder “Dispelling the Five Myths of Microlearning” vogliamo suggerirvi un approccio critico a 3 falsi miti che circolano sul microlearning:
1 Qualsiasi contenuto formativo multimediale al di sotto dei 5 minuti di durata è Microlearning.
FALSO: A distinguere il Microlearning sono modalità e impatto, non tanto la durata. Il microlearning, per chiamarsi tale, deve essere sì di breve durata, ma anche dinamico, coinvolgente, efficace. Insomma, l’obiettivo non è tanto accorciare le sessioni quanto aumentarne l’incisività.
2 Alcuni contenuti sono troppo complessi per il Microlearning.
FALSO: E se vi dicessimo che semplificare contenuti impegnativi ed articolati è uno degli scopi primari di questa modalità? Strutturando un percorso continuativo, suddividendo i contenuti e rendendoli avvincenti è possibile aiutare l’audience a metabolizzare qualsiasi tipo di concetto.
3 Il Microlearning è solo una moda.
FALSO: Le mode passano, il Microlearning resterà. Perché? Semplice: perché i millennial sono la nuova forza lavoro e hanno, com’è ormai risaputo, la più bassa durata di concentrazione di sempre. Non solo: in Azienda, sempre meno persone devono far fronte a richieste sempre più complesse da parte del datore di lavoro e della clientela. Risultato? Meno tempo, da usare in maniera più proficua possibile!
E voi? Quali sono i falsi miti su cui vi siete dovuti ricredere? Quali quelli che state ancora analizzando con cura?
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