A tutti è capitato di dire qualche parolaccia…tranne a Elisa, la nostra Project Manager! Complice la volontà di non fare scivoloni con le sue bimbe al massimo l’abbiamo sentita esclamare “Urcibobolo” (neo mamme di tutto il mondo, Elisa non si offenderà se userete anche voi la sua “parolaccia” in presenza dei vostri pargoli!). Noi però non siamo qui semplicemente a consigliarvi di non dire parolacce sul luogo di lavoro e a suggerirvi termini carini con cui sostituirle… ma a farvi riflettere sul fatto che le parole sono importanti e che cadere in errore è molto più facile di quanto sembri perché, incredibile ma vero, in tutte le lingue del mondo ci sono molte più parole negative che positive.

Lo scopo della top 5 che vi presentiamo è quello di mettervi in allerta su alcune bad words che così facilmente possono venire in mente quando si comunica con i propri colleghi e che non solo rischiano di metterci in cattiva luce con i nostri collaboratori ma anche potrebbero ferire il nostro interlocutore facendolo sentire inferiore e minando la fiducia in se stesso che è invece fondamentale per fare un buon lavoro e per puntare a migliorare costantemente.

Al 5° posto: MAI

Usare avverbi con un’accezione così netta indicano che siamo fortemente convinti di quello che stiamo dicendo e questo può intimorire o demotivare il nostro interlocutore. Immaginate di sentirvi dire sempre che “non ne fate mai una giusta”. Non una bella sensazione, vero?

Un’alternativa: usare termini diversi come spesso, a volte, di frequente, sporadicamente, accidentalmente… e collegarci sempre a un esempio concreto come un fatto recente realmente accaduto.

Al 4° posto: NON RIESCI A…

Dire a qualcuno che non è in grado di fare qualcosa è molto pericoloso, soprattutto se la persona a cui ci stiamo rivolgendo ha stima di noi, perché rischia di prenderci seriamente in parola e di non fare più affidamento sui propri mezzi.

Una possibile soluzione: “Può capitare a tutti di sbagliare! Proviamo ad analizzare insieme la situazione e a vedere come potresti migliorarla”

Al 3° posto: INCOMPETENTE

Non ci sono scuse, dire a qualcuno che è incompetente quando magari ce la sta mettendo tutta per svolgere i suoi compiti è imperdonabile. A questo si aggiunge il fatto che ci presenteremmo come i capi cui ci hanno abituato tanti film americani: quelli tutto fumo e niente arrosto.

Un’opzione per essere meno aggressivi: “So che hai fatto tutto il possibile ma si può ancora migliorare! Da dove proponi di iniziare?”

Al 2° posto: NO

Questa bad word è la vera fonte della negazione. Soprattutto se il confronto avviene con un neo assunto un “no” secco può veramente impattare nel profondo, demotivare e portare ad affrontare con poco entusiasmo le sfide successive.

Un consiglio: prima di insistere su cosa non deve o non può essere fatto, meglio essere chiari su cosa vogliamo. Nel caso in cui poi non si possa evitare di dire no, offrire sempre una spiegazione in modo che il divieto si sposti dalla persona al fatto.

And the winner is…: SBAGLIATO

“Hai sbagliato tutto!”. Mette i brividi solo a vederla scritta. Dire a qualcuno che ha fatto qualcosa di sbagliato o che quello che ha appena detto è sbagliato rischia di mettere una voragine tra noi e i nostri collaboratori. Non solo si rischia di far sentire il nostro interlocutore un incapace ma ci farebbe apparire come l’unico a possedere la chiave della “sacra porta della verità”.

Una scelta diversa: spiegare chiaramente qual è l’alternativa corretta di modo da far crescere anche gli altri.

Esiste un modo molto efficace per dire a un vostro collaboratore che vi aspettate molto di più da lui. Se non avete ancora sentito parlare della tecnica del panino per dare feedback efficaci, questa è l’occasione giusta per leggere l’articolo pubblicato da poco o di contattarci! J

Fonti: