Stamattina mentre venivo in ufficio ho sentito alla radio che Matt Cutts, uno dei super ingegneri informatici di Google che da un paio di anni si rende portavoce e testimone di un programma di self-development. Questo piano è basato su sfide di 30 giorni che aiutano a creare una nuova buona abitudine o cambiarne una poco efficace.

Lavorando nella formazione, naturalmente le parole self-development, sfida, abitudine mi hanno istantaneamente acceso qualche lampadina e ho googolato il nome del signor Cutts. Risultato? Ho capito che il metodo della sfida di 30 giorni è una tecnica efficace sia per la propria crescita personale che per quella del Team 🙂 ! Vediamo come…

30 days challenge: come funziona

Portare avanti una sfida di 30 giorni, non richiede di seguire né una particolare preparazione, né delle regole molto rigide. Il tutto si risolve in poche linee guida:

STEP 1: assegnati un obiettivo

Rivedi la lista delle cose che da tempo ti riprometti di fare, ma che continui ad abbandonare una volta passato l’entusiasmo iniziale. Bene! È arrivato il momento di darti una seconda opportunità: scegli uno dei tuoi propositi irrisolti: sarà l’obiettivo per la tua prima sfida.

E con il tuo Team?

Un consiglio: Non strafare e lavora su un obiettivo alla volta. E se ti rendi conto che la sfida è troppo complessa, allora suddividi l’obiettivo in sfide minori.

STEP 2: allenati ogni giorno

Pratica questo nuovo comportamento ogni giorno, per 30 giorni di seguito alzando sempre l’asticella dell’obiettivo da raggiungere o del task da eseguire.

E con il tuo Team?

Un consiglio: Sfruttate il potere della visualizzazione e usate un calendario per monitorare l’avanzamento del contest: a fine di ogni giornata, disegnate una X sul giorno passato o, ancora meglio, indicate il miglior risultato raggiunto quel giorno! Questa sì che è una soddisfazione, vero? J

STEP 3: celebra l’arrivo al traguardo

Al completamento della sfida, rivedi il percorso di cambiamento: quale sono stati gli ostacoli più difficili da superare? Quali strategie hai messo in atto? Quali sono stati i benefici raggiunti? Cosa invece non è andato come ti aspettavi? In ogni caso, non dimenticarti di celebrare il tuo successo: sei riuscito a completare la tua sfida!

E con il tuo Team?

Perché accettare una sfida con se stessi?

Il metodo della sfida da 30 giorni non ha controindicazioni, ovvero non ci sono ragioni per cui non provarci, ma solo tanti motivi per iniziare a farlo! Eccone alcuni:

Migliora l’autostima: Raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissi ci fa sentire in controllo della nostra vita e fieri delle nostre capacità.

Rimuove la pressione del cambiamento: Quando decidiamo di cambiare un’abitudine la pressione del “per sempre!” favorisce la procrastinazione: pensare di cambiare definitivamente un’abitudine che coltiviamo da tempo ci fa sentire sconfitti in partenza. Pensare invece di farlo per “soli” 30 giorni, allevia l’ansia del cambiamento e invoglia a provarci!

Funziona come un “test drive”: Superare i 30 giorni significa oltrepassare la cosiddetta fase di Trascinamento in cui la motivazione è più labile ed è facile cadere nella tentazione di tornare alle vecchie care abitudini (giorni 4-10) investendo invece nella fase di Stabilizzazione (giorni 20-30) in cui i nuovi comportamenti iniziano a diventare degli automatismi e si percepiscono i primi benefici!! A completamento dei 30 giorni, i benefici si sono ormai abbondantemente fatti vedere la sfida è risultata essere un trampolino di lancio verso qualcosa di molto più soddisfacente! Tornare indietro non sembra più neanche un’opzione considerabile!

Concludo l’articolo tornando a Matt Cutts: questo è il video di un suo intervento a un evento TED. Sfida dopo sfida, Matt è riuscito, per esempio, a scrivere un libro, diventare un buon ciclista e scalare il Kilimangiaro, ma più di ogni cosa, è riuscito a sentirsi meglio con se stesso e dare più significato al proprio tempo.

E allora, quale sarà la tua prima 30-days-challenge? E quella con il tuo Team?

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