Continuiamo la nostra analisi per costruire un percorso train the trainer in modo efficace. Dopo aver selezionato le risorse e i contenuti (nell’articolo Train the trainer: un programma efficace per aziende retail | Parte 2 – Selezione e contenuti), è utile creare un metodo strutturato e condiviso che consenta ai futuri trainer di avere a disposizione tutti gli strumenti per riuscire nel loro nuovo ruolo.
LE MODALITÀ
Un efficace progetto di train the trainer deve prevedere più di una modalità formativa per essere percepito snello, interessante e coinvolgente.
L’ideale è partire con un breve percorso di microlearning che, in modo giocoso, verifichi i profili dei futuri trainer, non un assessment vero e proprio ma un modo per appurare personalmente a che tipo di profilo si appartiene, scoprire quali sono le proprie aree di miglioramento e come intervenire per colmarle.
Le successive aule/laboratorio consentono di mettersi alla prova, di toccare insieme al docente le aree più sensibili e scoperte, di rinforzare talenti abbozzati e di sviluppare competenze preziose. Il metodo viene trasmesso attraverso una serie di strumenti costruiti insieme ai futuri trainer in modo che li riconoscano come propri e che si sentano coinvolti fin da subito nel progetto. Laboratori molto interattivi dove la teoria lascia spazio all’esperienza diretta perché è proprio provando sulla propria pelle che si superano le difficoltà e si capiscono le opportunità di un cambiamento di ruolo così importante.
Un affiancamento sul campo renderà il percorso train the trainer davvero pratico ed efficace: uno store lab sul punto vendita che faccia provare al futuro trainer l’emozione di essere docente, supportato da un coach che gli indichi i trucchi del mestiere, i punti di forza e le aree di miglioramento sulle quali lavorare.
A questo punto, di solito è opportuno programmare un nuovo incontro in aula in cui analizzare l’esperienza pratica, rassicurare e motivare perché la prima volta può non essere stata indolore.
Ecco anche perché si dovrebbe anche prevedere un sostegno a distanza (telefonico, o via mail) per il primo periodo in modo da offrire un aiuto nei momenti di difficoltà e un confronto diretto, costruttivo e prezioso.
GLI STRUMENTI
Un percorso train the trainer valido prevede anche una serie di strumenti da utilizzare fin da subito. L’ideale è poterlo fare con i trainer per rendere il metodo di più facile applicazione e per far sentire propri fin da subito i mezzi a disposizione.
Si svilupperanno quelli che possiamo definire strumenti di relazione come per esempio moduli da seguire per contattare i colleghi dei punti vendita, per presentarsi, per prendere appuntamento o per effettuare telefonate di follow-up, oppure un manuale del trainer contenente suggerimenti e regole da seguire, o ancora, delle schede di valutazione o un piano di azione da concordare e compilare con i diversi discenti.
Insieme si creeranno anche degli strumenti utili all’organizzazione come lo schema di costruzione di una presentazione d’aula, le istruzioni per un’esercitazione e un role play, o un calendario tipo per tenere sotto controllo gli appuntamenti.
Anche i momenti di autovalutazione devono essere strutturati attraverso degli strumenti specifici. Quindi insieme si produrranno il questionario di gradimento da distribuire dopo ogni sessione, lo schema del report da inviare alla sede per tenere traccia degli interventi effettuati, o un piano di crescita dove annotare i risultati ottenuti e gli obiettivi da raggiungere.
Il costruire insieme i propri “attrezzi del mestiere” li farà sentire coinvolti e li abituerà a strutturare e pianificare le attività da svolgere.
Nel prossimo capitolo, analizzeremo i sistemi di monitoraggio, la motivazione e il senso di appartenenza.
[Pubblicato su Persone & Conoscenze – novembre 2016]
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