Negli ultimi giorni ogni possessore di smartphone, navigatore del web e fiero detentore di un profilo Facebook ha sentito parlare almeno una volta del caso “Intesa Sanpaolo”. Ebbene sì! Anche noi di Smile to Move abbiamo naturalmente letto della vicenda e vogliamo approfittare del rilievo mediatico che ha avuto questo contest aziendale per dire la nostra su questo argomento. Se ne son dette di tutti i colori su Intesa Sanpaolo, sui suoi manager e sui protagonisti del video ma noi vogliamo mettere da parte ogni giudizio per concentrarci sul cuore della questione, lo strumento incriminato: il VIDEO CONTEST.

Partiamo dall’inizio, che cos’è un contest, qual è il suo scopo e perché ci riguarda così direttamente

Un contest è un concorso, una gara, che permette di creare un’audience attiva invogliando i potenziali partecipanti con ghiotti premi. La base per un buon contest è il regolamento che deve essere semplice e chiaro per prevenire eventuali intoppi in corso d’opera.

Noi di Smile inseriamo il contest all’interno del percorso formativo proprio per coinvolgere tutti i collaboratori e di farli partecipare attivamente, perché si sa: mettere in pratica ciò che si sta imparando nella teoria è il modo migliore di apprendere, meglio ancora se lo si fa divertendosi!

Partecipare a un contest aziendale non è un obbligo ma un piacere: è un modo per rendere più vivace e familiare il posto di lavoro, permette di avvicinarsi ad altri colleghi (anche se distanti), di alleggerire le tensioni e di mettersi in gioco in attività che non si ha mai avuto l’opportunità di sperimentare. Questo è il motivo per cui molti HR manager sono sempre più propensi a sperimentare i contest per stimolare il team building. A scanso di equivoci, lo scopo dei nostri contest NON è creare uno spot degno dei migliori registi di Hollywood, ma premiare la capacità di un gruppo di persone di mettersi in gioco e di creare qualcosa di nuovo con i contenuti che abbiamo messo loro a disposizione.

Ma veniamo al dunque: come si valuta un contest?

I criteri di valutazione vengono individuati di caso in caso e dipendono naturalmente dagli obiettivi che si vogliono raggiungere, dalle capacità dei partecipanti e dalle aspettative di chi promuove il contest.

Per noi di Smile ad esempio, non è importante la disinvoltura con cui si sta davanti la videocamera o lo smartphone e tantomeno la resa tecnica del video.

Ecco perché se fosse arrivato a noi il video del team di Katia, la direttrice della ormai famosa filiale di Intesa Sanpaolo di Castiglione delle Stiviere, sarebbe stato valutato positivamente! Secondo la nostra esperienza, traspare l’impegno di tutto il team che ha costruito una scaletta per realizzare il video, uno storyboard, un copione, ha inventato una canzone e si è anche preso la briga di commissionare un dolce a tema per ingolosire i giudici J

Ma questi contest, funzionano?

La risposta per noi è . Oltre a sviluppare lo spirito di squadra, consolidare i contenuti formativi e migliorare le performance, la realizzazione di questi video ha contribuito anche a ridurre la distanza tra direzione e dipendenti. Inoltre, l’iter che porta al prodotto finale mette in moto la creatività e l’entusiasmo delle persone, aiuta a condividere le idee e le decisioni con tutta la squadra e facilita l’accettazione delle proposte di tutti con gratitudine e senza pregiudizi. Per noi, quindi, questo tipo di attività va incoraggiato perché permette di riaccendere la motivazione nello staff. Certo, va fatto senza sottovalutare lo strumento o perderne il controllo

Ora che avete capito qual è la visione Smile dello strumento contest vi possiamo raccontare un aneddoto!

A noi è capitato l’esatto opposto di quanto è successo nel caso di Intesa Sanpaolo: alcuni dei partecipanti al nostro contest sul modello di servizio erano talmente fieri del lavoro che avevano fatto nel realizzare il loro video che ci hanno chiesto il permesso di divulgare loro stessi il frutto di tanta fatica sulle piattaforme social. Una volta verificato che i documenti relativi a privacy e liberatorie fossero correttamente compilati, abbiamo girato le richiesta agli HR manager di riferimento che hanno accolto di buon grado la proposta e hanno acconsentito alla pubblicazione dei video.

Ecco un esempio. Noi siamo convinti che se la siano cavata molto bene! E voi?

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