Influencer e Retail: i consigli di un Instagrammer per fare colpo sui social

Autenticità, creatività e trasparenza sono alcune delle keyword emerse durante l’intervista a Giulio Scarano, volto noto di Instagram e amico di Smile to Move.

In uno dei nostri ultimi articoli vi abbiamo fornito una breve guida ai canali social a supporto del Retail. Oggi vogliamo approfondire l’uso di uno di questi mezzi, sicuramente uno dei più efficaci per il Retail: Instagram. 

Lo facciamo questa volta lasciando la parola a un suo protagonista, l’influencer Giulio Scarano, che ha saputo trasformare la sua passione per l’arte multimediale e i suoi studi in comunicazione in un’attività social (e non solo) dalle mille sfaccettature. 

Abbiamo chiesto a Giulio di tradurre i suoi successi in qualche consiglio utile a tutti i Retailer che vogliono abbattere le barriere del negozio fisico sfruttando al meglio le potenzialità del digital.

Innanzitutto, ti puoi presentare a chi ancora non ti conosce?

Qualche info in più:

Cosa significa per te essere un influencer?

Forse fino a pochi mesi fa, nell’immaginario collettivo il termine richiamava soprattutto l’idea di un mondo superficiale, dove l’influencer era generalmente visto come chi non ha voglia di lavorare ma ama apparire e mettersi in mostra.Tra i miei colleghi qualcuno cercava di lottare contro questa etichetta, provando a introdurre il termine di “Content Creator”. Ma io credo poco nelle classificazioni di questo tipo.

Adesso però le cose stanno cambiando velocemente e il digitale è finalmente stato rivalutato come strumento indispensabile al mondo del lavoro e che necessita di vere competenze, curiosità, passione e dedizione per poter essere sfruttato appieno. 

Secondo il mio punto di vista, l’influencer oggi deve essere in grado di raccontare storie, instaurare una relazione con chi gli dedica il suo tempo, portare valori e costruire una community.

Poi il fatto che mia madre ancora mi chieda ” Ma quando ti troverai un lavoro vero?!”, ecco questa è tutta un’altra storia 🙂

Che consigli daresti ai Retailer per mantenere e far crescere il numero dei propri follower?

Prima di tutto, essere la “mucca viola”. Seth Godin ci sprona a osservare quello che funziona e poi a metterlo in discussione. Questa è la strada che porta a trovare il proprio Tone of Voice, che si traduce in autenticità e propensione al rischio. C’è una terribile tendenza diffusa, soprattutto in periodi di crisi e di restrizioni degli investimenti, a rischiare di meno e a scegliere strade già battute. Forse per questo che siamo arrivati a 25 film della serie “Vacanze di Natale”. 

Ma è proprio in un momento come questo che chi trova il coraggio di rischiare con un messaggio nuovo o diverso viene premiato. Questo non significa gettarsi nel vuoto, ma avere un piano solido e strutturato, senza dimenticare che anche un piccolo dettaglio che non era stato preso in considerazione può rivelarsi il punto di forza di una campagna (una mail ironica, un packaging particolare, uno spot con un tono irriverente ecc.).

Se l’obiettivo è vendere attraverso Instagram, quali sono le strategie che suggerisci?

Essere flessibili a seconda degli obiettivi e dei progetti. Nulla vieta di fare dei test a più livelli per vedere cosa risulti più efficace. Si possono coinvolgere influencer con grossi numeri per aumentare la brand awareness e farsi conoscere, oppure puntare su microinfluencer con un engagement rate più elevato e nicchie ben definite. Il punto di partenza deve sempre essere il tono di voce e la propria identità, ricordandosi che oggi i consumatori sono più attenti e informati. Trasparenza e coerenza non possono mai essere trascurate!

Cosa può fare nello specifico un influencer per aiutare un brand o un negozio a crescere e vendere di più?

L’influencer deve essere parte del processo creativo della campagna e il suo ruolo non può più limitarsi a offrire il proprio bacino di follower al brand. La strategia “facciamo vedere di più il prodotto”, che funzionava tanto bene negli anni ’90, è sorpassata nell’era dell’emozione. Questa deve essere sempre la stella polare per ogni campagna di marketing di oggi.

Quali suggerimenti daresti per creare relazione e fidelizzare i propri follower?

Mi focalizzerei su 3 fattori: 

  • Autenticità
  • Coerenza
  • Costanza

Attenzione però a non fraintendere la costanza con la paura di evolversi. I risultati migliori li ho ottenuti proprio quando ho non ho temuto di mostrare un cambiamento di direzione nei miei interessi, che si è poi riflesso nei contenuti e nelle mie collaborazioni. Le persone cambiano, così come i brand. I consumatori sono da considerarsi come persone con cui instaurare un rapporto e di fiducia reciproca e rispetto, da curare proprio come ogni altra relazione umana.

Se fossi il titolare di un negozio, che strategie utilizzeresti per portare traffico al tuo store attraverso Instagram?

Comincerei dando un’occhiata ai competitor, impariamo sempre per imitazione. Dopodiché mi farei una serie di domande fondamentali: “Che cosa offro io che mi rende unico? Cosa faccio meglio degli altri?” Mettersi in discussione con umiltà è il miglior punto di partenza, senza aver paura di cambiare idea in corsa.

Non bisogna poi dimenticare la cosa più importante di tutte: si può investire quanto si vuole in pubblicità e contattare i migliori influencer del mondo, ma se si vuole durare nel tempo la qualità del servizio o prodotto che offri deve necessariamente essere la priorità.

Se volete prendere spunto da Giulio, vi consigliamo di andare a vedere i suoi post e le sue stories su Instagram, in particolare quelli relativi a due importanti brand: Nivea e zzzQuil che avevano l’obiettivo di raggiungere i propri follower grazie a contenuti dallo stile autentico e ironico.