Abbiamo già visto come la motivazione dei collaboratori sia collegata alla loro autonomia e a quanto il loro contributo sia apprezzato all’interno del team. Ma come possiamo rendere i nostri collaboratori più autonomi, senza che si sentano abbandonati? La soluzione a questa domanda è: bisogna imparare a delegare! A questo argomento dedichiamo il quarto appuntamento della nostra collana sul ruolo dello Store Manager, delineando le linee guida per una delega efficace.
Incominciamo col dire che una cosa ovvia ma spesso dimenticata, i benefici della delega sono numerosissimi. Ad esempio:
- Aiuta a coinvolgere i collaboratori e responsabilizzarli verso il proprio ruolo e le performance attese
- Aumenta la loro autostima e allo stesso tempo, il loro desiderio di autonomia e di crescita
- Allo stesso tempo, ottimizza i tempi e concede allo Store Manager di dedicarsi ad aspetti della gestione del negozio che troppo spesso vengono tralasciati rispetto all’operatività quotidiana (per esempio la formazione)
I 4 step della delega
Delegare non significa semplicemente assegnare compiti. È un’arte e deve essere pianificata correttamente in modo da essere un’esperienza positiva e motivante per tutti.
Ecco allora 4 step da seguire:
- Preparare: valutare il compito da delegare e scegliere con cura le persone a cui affidarlo, facendo in modo che le competenze individuali siano commisurate al compito da svolgere. Un compito troppo semplice o troppo complesso potrebbe demotivare invece che motivare!
- Informare: sviluppare chiaramente il piano di delega ovvero, fornire tutte le informazioni e le risorse necessarie per mettere il collaboratore nella condizione di portare a termine il compito con successo. In questa fase è importante che il manager trasmetta fiducia ed entusiasmo, per motivare il collaboratore e stimolarlo ad avere cura del lavoro che deve svolgere.
- Controllare: monitorare l’avanzamento offrendo opportunità di follow-up e chiarificazione, ricordando di non essere intrusivi e continuando a mostrare fiducia nelle capacità del delegato.
- Valutare: confrontarsi con il collaboratore sulla sua esperienza, celebrare i suoi successi e traguardi. Se ci sono state delle inesattezze, queste devono essere comunicate correttamente attraverso un feedback costruttivo per non danneggiare l’autostima e la motivazione del delegato.
Alcune resistenze alla delega
A questo punto, dovremmo chiederci perché, se delegare ha tanti benefici, alcuni Store Manager sono restii ad adottare questo approccio nella gestione del proprio team.
Alcuni manager si sentono talmente sovraccarichi di compiti che pensano di non avere tempo per spiegare ai collaboratori quello che devono fare e monitorare il loro operato.
È innegabile che delegare qualcosa a qualcuno richieda del tempo, soprattutto le prime volte, quando non si ha ancora familiarizzato con questa pratica. Tuttavia, bisogna considerarlo come un investimento, che nel tempo, si tradurrà in un circolo virtuoso di crescita personale (sia del manager che dei collaboratori), efficienza e produttività.
Altri manager invece si definiscono “perfezionisti” e preferiscono fare da soli per assicurarsi che il compito sia svolto bene! Un tale atteggiamento nasconde una profonda mancanza di fiducia nelle capacità dei collaboratori. Ovviamente non è possibile che tutti sappiano fare tutto, ma un manager competente conosce le proprie risorse e assegna compiti in coerenza con i loro punti di forza. Dopotutto, non è certo esimendo i collaboratori da mansioni nuove che si sostiene la loro crescita e motivazione!
O ancora, qualcuno teme che delegando i propri compiti ai collaboratori, possa perdere il controllo dell’attività in questione e il proprio ruolo perdere di autorità. Se il processo di delega viene portato avanti correttamente, non si perde affatto il controllo su quella parte del lavoro. Il controllo deve essere focalizzato sul raggiungimento dei risultati attesi, non nel metodo prescelto per farlo. Delegare implica che il manager si metta in discussione e accetti che un’attività possa essere portata a termine con successo, anche seguendo un procedimento diverso da quello che avrebbe usato lui/lei.
Essere un buon leader non significa esercitare continuamente la propria autorità, ma piuttosto ispirare e influenzare, trasmettere la propria visione con autorevolezza e lasciare le persone libere di esprimere i propri talenti.
E per lasciarci con un sorriso, guarda questo breve video in cui la temibile Miranda Priestly delega alla giovane Andy un compito impossibile!
“Il Diavolo veste Prada” (regia di David Frankel, 2006)
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