Era il lontano 2004.
Neolaureata e in cerca del mio primo impiego, mi trovavo a Milano per partecipare alle selezioni per lavorare come addetta vendita a Walt Disney World, nientepopodimenoche in Florida. Non conoscevo nulla della vita del negozio né avevo mai sentito parlare di KPI, ma con l’inglese me la cavavo piuttosto bene e mi ero in qualche modo convinta che tutte le videocassette Disney viste fino a quel momento mi avrebbero garantito un priority pass per la Città Magica di Orlando.
Arriva il mio turno, mi siedo, mi mettono a mio agio e mi chiedono: “Vuoi rendere il compleanno del tuo migliore amico davvero speciale, ma non hai soldi per comprargli un regalo o organizzare una festa. Cosa fai?” …Whaaaaaaaaaat? Are you joking me? Ma sono domande da fare a un colloquio?! Ma soprattutto, come poteva la mia risposta essere sufficientemente acuta da farmi spiccare tra 100 candidati o più? Cominciavo ad avere seri dubbi…
Oggi, con 15 anni di esperienza in più, ripensando a quell’episodio, riesco a capire e ad apprezzare l’audacia e l’efficacia di quel selezionatore.
Lo sviluppo tecnologico e la digitalizzazione dell’ultimo decennio hanno determinato sia la scomparsa delle vecchie professioni che la nascita di nuove. Pensare di selezionare la risorsa giusta solo sulla base delle sue competenze tecniche, ovvero le cosiddette hard skill perde sempre più di significato. Al contrario, è necessario ricercare profili professionali con competenze trasversali, dette anche soft skill, (capacità, attitudini, immagine di sé, motivazioni, valori) che permettono di abbracciare con facilità la cultura aziendale, supportando la mission e condividendone gli obiettivi.
Assumere professionisti che non si integrano bene nella cultura aziendale può avere effetti catastrofici sull’organizzazione: risultati insoddisfacenti e frustrazione, negatività nell’ambiente di lavoro e turnover più alto, rendendo l’investimento (economico e di risorse) inefficace. Invece, chi lavora in un’organizzazione dove si sente “a suo agio” perché ne condivide la missione e i valori, instaura spontaneamente relazioni positive con i Clienti e con i colleghi, contribuisce attivamente alla crescita dell’azienda e ci resta più a lungo.
Se pensi che anche la tua organizzazione abbia bisogno di risorse di questo tipo, ecco alcuni consigli su come costruire un processo di selezione basato sulla cultura aziendale.
Parti dall’analisi dei valori e definisci i comportamenti desiderabili
Qual è la missione dell’azienda e quali sono i valori che la rappresentano? Questa analisi della Brand Identity apre la strada per individuare i comportamenti attesi, ovvero comportamenti che un collaboratore assume quando segue quei valori, nella sfera personale come in quella professionale (in Disney si direbbe on stage e off stage).
Forse un esempio può chiarire meglio questo concetto: uno dei valori di Smile to Move è Concretezza e tutti noi che lavoriamo in Smile sappiamo che, per essere concreti dobbiamo:
- con i nostri Clienti: realizzare degli strumenti formativi che possano essere usati anche in autonomia.
- con i nostri colleghi: curare il passaggio di consegne fornendo loro tutte le informazioni utili che abbiamo a disposizione sul progetto.
Già in fase di selezione quindi, fai in modo che ai candidati sia chiaro quello che ti aspetti da loro, facendo trasparire chiaramente i punti cardine della cultura aziendale, quelli che la rendono unica. In questo modo attrarrai risorse che sono già altamente interessate ed entusiaste di lavorare con te.
Coinvolgi il Team: Organizza un’attività di brainstorming con tutto il Team. Ti servono: un poster di dimensioni A1 o A0 su cui sono riportati i valori aziendali e tanti post-it colorati. Chiedi ai partecipanti di lavorare insieme con l’obiettivo di declinare in comportamenti pratici (con i Clienti e con i colleghi) tutti i valori aziendali. Ogni comportamento viene scritto su un post-it e attaccato sul poster in prossimità del valore di riferimento. Una volta che tutte le idee si sono esaurite, ordinate i comportamenti su una scala che va da “essenziale” a “preferibile” e create insieme l’identikit completo del collaboratore che vorreste nel Team. Un’attività di questo tipo aggiunge credibilità al processo di selezione e crea senso di appartenenza tra chi lavora già in azienda.
Fai emergere i comportamenti naturali: prepara domande strategiche
Non è facile capire una persona attraverso qualche domanda, in pochi minuti di colloquio! Proprio per questo, per selezionare la risorsa giusta, è bene studiare e preparare le domande da fare con estrema cura.
L’obiettivo in questa fase è fare in modo che, in sede di colloquio, emergano i comportamenti più spontanei del candidato e capire se siano vicini o meno a quelli desiderati.
Come fare? Ecco le caratteristiche principali delle domande da rivolgere:
- Open: diamo la possibilità al candidato di parlare e di raccontarsi
- Scenario Based: attraverso la descrizione dettagliata di una particolare situazione vissuta riusciamo a capire il modo in cui il candidato ha pensato, scelto, agito e risolto un problema.
- Disrupting: sorprendere il candidato con una domanda inattesa ci assicura una risposta più autentica e meno costruita.
- Consistent: porre le stesse domande a candidati diversi che concorrono per lo stesso ruolo ci consente di comparare facilmente le risposte.
Ovviamente ci sono tanti modi per scoprire la personalità di una persona e se è la giusta risorsa per la tua azienda quindi… segui l’esempio di Heineken e dai spazio alla creatività!
Per esempio, potresti organizzare un tour dell’ufficio e far conoscere al candidato i futuri collaboratori, oppure invitalo a un meeting o un pranzo aziendale e osserva (con discrezione!) se si sente a suo agio e come reagisce.
Coinvolgi il Team: Durante la selezione chiedi supporto alla tua rosa di Brand Ambassador, con l’intento primario di individuare le risorse più allineate alla cultura aziendale. Assicurati che conoscano bene il processo di selezione e che sappiano metterlo in pratica anche autonomamente. Un’iniziativa di questo tipo renderà il processo di selezione più solido e rafforza la cultura aziendale, sviluppando senso di appartenenza e tutela verso ciò che l’azienda è e rappresenta.
Cerca continuamente e costantemente
I candidati giusti possono arrivare in ogni momento…ma scarseggiare proprio nel momento del bisogno! Non lasciare la raccolta dei CV all’ultimo minuto, piuttosto trova tempo di fare del networking e creare un database di potenziali candidati tra cui fare la prima ricerca al momento della selezione.
Coinvolgi il Team: chi lavora già in azienda ne conosce la cultura e ne abbraccia i valori. Questo vuol dire che molto probabilmente ha sviluppato una certa capacità di individuare risorse che sono bene allineate con la cultura aziendale e potrebbero risultare vincenti in questo contesto. Hai mai pensato di iniziare un Referral Program ovvero un programma che incoraggia chi lavora già in azienda a presentare persone che raccomanderebbero come right fit! In cambio? Se il “raccomandato” passa le selezioni e termina con successo il periodo di prova, chi lo ha presentato riceve un premio!
2004. Ritorno al giorno del colloquio in Disney. Mi chiedevo se il mio profilo potesse essere selezionato. Lo è stato! E non certo per le mie spiccati doti da addetta vendita (che non avevo!); su questo mi hanno formato a tempo debito. Mi hanno presa perché avevano capito che in Disney sarei stata felice, e che avrei di conseguenza reso felice i nostri Clienti. E, modestamente, non li ho delusi! 😊
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