Non sempre quello che avete è ciò che vedete

L’enigmatica citazione appartiene a Rasmus Ankersen, danese, esperto in materia di coaching a livello internazionale. Significa che spesso, nel contesto aziendale, il talento del personale non emerge in tutto il suo massimo splendore ma rimane nascosto o appena accennato. Ankersen sostiene l’importanza di lavorare all’esterno dalla comfort zone perché sempre più frequentemente è fuori dai contesti confortevoli che il talento si manifesta come tale. Ma attenzione: ciò non significa maltrattare i propri collaboratori o dipendenti al fine di mettere in luce le loro migliori virtù!

L’assioma è dunque uscire dalla comfort zone per far emergere il talento. Si, ma…come fare in pratica? Di seguito vi suggeriamo tre azioni da mettere in atto e i relativi approcci di Manager e Collaboratore affinché la ricerca del talento sia fruttuosa per entrambi:

 

1. ASSUMERE DEI RISCHI

Ogni Manager dovrebbe permettere al proprio personale di assumersi dei rischi, sottoponendolo a stress ma anche valorizzandolo.

Approccio del Manager:

Approccio del Collaboratore:

 

2. ACCOMPAGNARE IL TALENTO

Il talento emerso non va lasciato solo ma guidato e supportato.

Approccio del Manager:

Approccio del Collaboratore:

 

3. SPERIMENTARE

Infine, è importante lasciare spazio all’esplorazione di nuovi contesti che possono davvero liberare il talento.

Approccio del Manager:

Approccio del Collaboratore:

 

Manager in ascolto: siete pronti per la caccia ai talenti?

E voi Talenti nascosti: siete disposti a mettervi in gioco e ad abbandonare la comfort zone per raggiungere nuovi traguardi?

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