User Experience e formazione: costruire architetture formative efficaci con il modello CUBI

I punti cardine della UX possono aiutarci nello sviluppo di architetture formative che rispecchino le esigenze di utenti e portino ai risultati attesi dalle aziende.

L’avvento dei dispositivi mobili e delle app ha aumentato la nostra familiarità con il concetto di User Experience (UX), rendendoci più consapevoli dell’importanza dell’usabilità e del coinvolgimento nel creare prodotti ed esperienze digitali fluide e memorabili. La stessa logica alla base della User Experience, finora applicata soltanto al mondo Consumer, diventa oggi una risorsa fondamentale anche per la formazione. Per garantire l’efficacia dei percorsi formativi, è infatti essenziale mettere al centro l’utente attraverso sfide di business che alimentino l’engagement ed esperienze di valore.

Nel progettare architetture formative incentrate sulla UX, la nostra attenzione si dovrà focalizzare su:

  1. Concretezza: la UX deve facilitare la risoluzione di sfide di business
  2. Engagement: il coinvolgimento concretizza l’importanza di mettere al centro l’utente, o meglio, la Persona
  3. Experience: per essere memorabili ed efficaci, questi momenti formativi devono tradursi in valore (= utilità+motivazione interna)

Il modello CUBI

Per tradurre questi macro obiettivi in un metodo e integrare i vari aspetti della User Experience nella progettazione di architetture formative, noi di Smile to Move abbiamo reinterpretato il modello CUBI.

CUBI è l’acronimo di:

  • Content (contenuto)
  • User Goals (obiettivi dell’utente)
  • Business Goals (obiettivi aziendali)
  • Interaction (interazione)

I benefici di questo approccio sono molteplici e consentono di trovare una risposta alle aspettative principali di utente e azienda:

  • Comunicazione: chiarendo flussi e linguaggio
  • Semplificazione: pensando in “bite size” e spezzettando quindi il contenuto in piccole dosi
  • Collaborazione: identificando ruoli, team, risorse e contenuti necessari all’execution
  • Gaps: evidenziando eventuali aree di miglioramento o di focus del processo
  • Creatività: fornendo una varietà di modalità e approcci al racconto del contenuto

Vediamo in sintesi come affrontare ogni macroarea.

Content

I contenuti nel modello CUBI per le architetture formative

Lo sviluppo del contenuto è guidato dalla STRUTTURA, ovvero dall’organizzazione delle informazioni, composta da:

Storia: cosa vogliamo raccontare e come possiamo rendere questo racconto più interessante (storytelling)? Ad esempio, ci sono analogie, metafore, simboli, scenari, sfide che potranno aiutarmi ad aumentare l’efficacia? È una storia o sono più di una (percorso)?

Design: l’espressione visuale dell’informazione. L’estetica deve favorire l’efficacia ma anche parlare il linguaggio visivo del Brand. Come supporteremo l’utente a immergersi nel contenuto? Come integrare graficamente il contenuto per renderlo efficace?

Modalità formative: documenti testuali ma anche media (foto, video, audio, webinar, …). È importante avere chiare le diverse tipologie e il contesto a cui meglio si applicano, per poterle combinare tra loro e aumentarne l’efficacia (coinvolgimento e learning retention)

User Goals

I contenuti nel modello CUBI per le architetture formative

Focalizzandoci sugli obiettivi dell’utente, sarà ora il momento di identificare i RISULTATI ATTESI (come possono generare un risultato tangibile? Quali benefici ne trarrà l’utente?) attraverso un approfondimento su:

Comportamenti: quali cambiamenti/miglioramenti voglio generare con la formazione?

Personas: è importante conoscere i nostri utenti e il modo migliore per visualizzarli quando creiamo un contenuto è creare delle personas. Inseriamo ruolo, responsabilità, livello di competenze, dati demografici e psicologici (personalità, valori, attitudini, interessi, stile di vita). Includiamo anche valutazioni importantissime come dove, come e quando questa persona utilizzerà la formazione

Motivazioni: (e quindi emozioni) quali sono i trigger interni ed esterni che “muovono” l’utente?

Necessità: quali sono i bisogni e gli strumenti che servono per agevolare il nostro utente nel raggiungere i suoi obiettivi?

Business Goals

I Business Goals nel modello CUBI per le architetture formative

La MISSION dell’azienda e del progetto devono guidare la definizione degli obiettivi, scomponendosi in:

KPI: quali sono gli obiettivi aziendali attesi e I KPI correlati da monitorare?

Offerta formativa: come fare per raggiungere gli obiettivi di business?

Attività di supporto: quali sono le attività e le persone (interne ed esterne) che consentono la riuscita del progetto formativo? Non solo chi lo svilupperà ma anche chi ne diventerà Ambassador, e ad altre azioni di comunicazione interna

Interaction

Le interazioni nel modello CUBI per le architetture formative

Nella progettazione di architetture formative, il FATTORE UMANO ci guida nel definire le interazioni dell’utente con il sistema (es. la piattaforma formativa) e i dispositivi usati

Relazione: l’obiettivo è quello di costruire un rapporto con l’utente. Quale sarà il Tone of Voice (formale o informale, personale o impersonale, sociale?) e quali i contatti umani (es. tutor, coach, …)?

Device: come cambiano le interazioni a seconda del dispositivo usato?

Sistema: In che modo i popup o gli alert contribuiscono a guidare l’utente? Come lo incentivano a partecipare e a concretizzare le nozioni acquisite in comportamenti?

Conclusioni

Infine, per garantire un’esperienza davvero efficace, il metodo CUBI ci suggerisce di esaminare anche le intersezioni tra le 4 macroaree identificando i processi da stimolare:

  • Comunicazione: l’intersezione tra Contenuti e Obiettivi di Business genera il messaggio da veicolare all’utente
  • Reazione: il punto d’incontro tra Contenuti e Obiettivi dell’Utente influisce sull’utilità percepita dall’audience e quindi sulla propensione a partecipare al corso
  • Azione: l’intersezione tra Obiettivi dell’Utente e Interazioni mirano a facilitare il cambiamento di comportamento
  • Transazione: l’incontro tra Obiettivi di Business e Interazioni facilita invece il momento in cui le azioni individuali si traducono in risultati concreti a favore dell’azienda.

Progettare un’architettura formativa non si limita alla scelta della piattaforma LMS più adatta alle nostre esigenze. Come abbiamo osservato, è un’attività che richiede una visione olistica dell’azienda, dei suoi obiettivi e di quelli della persona, per fare in modo che la formazione si trasformi realmente in un’esperienza completa, tangibile e realmente incentrata sull’utente

Creiamo insieme un’architettura formativa user-centered

Secondo noi di Smile to Move, la formazione incentrata sulla User Experience consiste nel programmare, monitorare, implementare e soprattutto sorprendere. E la nostra specialità è proprio questa: progettare le migliori esperienze formative possibili per gli utenti.
Condividi l'articolo:

Ci sentiamo?

Innesca la scintilla

Una delle parti che ci piace di più del nostro lavoro è fare conoscenze nuove perché possiamo ascoltare nuovi punti di vista, scambiare opinioni e metterci alla prova nel trovare soluzioni coraggiose e funzionali.

Se anche per te lo scambio diretto può innescare una scintilla illuminante, scrivici per fissare un momento di confronto live con Marianna o prenota un appuntamento direttamente dal suo calendario.

Piacere di conoscerti, anche se solo a distanza per il momento.😊

Hai appena letto il nostro scopo e giustamente ti starai chiedendo: “in molti ora si presentano come specialisti di benessere relazionale. Allora perché dovrei leggere oltre o addirittura contattare proprio Smile to Move?”.

Perché questo non è solo un claim ma è la nostra identità. Non è solo ciò che facciamo ma ciò che sentiamo, ciò che siamo nel profondo.

Hai presente, ci auguriamo di sì, quel momento nella vita in cui capisci che quello che stai facendo ha davvero un senso, un peso specifico per te stesso e che, nonostante come tutti continui a vivere alti e bassi, hai davvero trovato la via per esprimere quella scintilla che hai dentro? Ecco, per noi (Daniela e Marianna) questo momento è arrivato quando abbiamo avuto il coraggio di dare voce alla nostra vocazione: fare del bene alla comunità, a partire dalle persone che avevamo la fortuna di incontrare nei nostri programmi formativi.

Allora abbiamo iniziato a dare libero sfogo alle nostre esperienze e competenze mettendole a servizio di questo scopo. Cercando sempre di portare un po’ di questa cultura Smile anche ai nostri Clienti.

E poi è inconfutabile che il benessere del team è il primo presupposto del successo. Noi ne siamo la prova: senza tutto il team e senza la sensibilità che ognuno mette nella cura dell’altro, non saremmo dove siamo ora, non saremmo così felici e appagati.

Per questo, non ti convinceremo raccontandoti solo case study che hanno ribaltato tendenze negative di attraction e retention ma prendendoci cura di te e delle ambizioni di cui vorrai renderci partecipi.

Daniela e Marianna, Smile to Move Leaders